Assessment e interventi basati sulla ricerca scientifica

4.2 Il counseling psicologico ed il web         
4.2.1 Stato dell’arte e panorama sui risultati di ricerca
Il counselling on line è una pratica professionale nella quale un esperto aiuta  il cliente a vedere un suo problema specifico da un altro punto di vista, eroga informazioni ed offre opinioni nel corso di brevi consulti a distanza per i quali si utilizzano tecnologie elettroniche per comunicare attraverso internet  (Cantelmi T. et, 2001).
Per definire il counseling on line sono utilizzati diversi termini: e-therapy (Manhal-Baugus, 2001), cybertherapy (Suler, 2000), online or Internet therapy (Rochlen, Zack, &Speyer, 2004), e-mail therapy (Shapiro & Schulman, 1996), e-counselling (Tate, Jackvony Wing, 2003), Internet counselling (Pollock, 2006), web counseling, cybercounselling (Maples and Han, 2008), and therap-e-mail. Alleman (2002) definisce il counseling on line come “una forma di comunicazione interattiva, testuale, elettronica tra un cliente e un professionista della salute mentale che ha come obiettivo quello di migliorare la salute mentale e comportamentale”(p.200),  Mallen e Vogel (2005) lo definiscono come “ogni servizio di salute mentale, che include ma non è limitato alla terapia, alla consulenza e alla educazione fornito da un professionista a un cliente non in un setting faccia a faccia,ma attraverso le tecnologie di comunicazione a distanza come il telefono, le e-mail, le chat e la videoconferenza (p.764).
Queste definizioni fanno comprendere come il counseling on line possa assumere diverse forme; gli interventi di salute mentale tramite internet includono dalle informazioni sulla salute mentale tramite siti internet,  agli strumenti per lo screening e la valutazione,  ai gruppi di sostegno online,  alla psicoterapia individuale, di gruppo, ai programmi di self help (Ybarra and Eaton, 2005),  ed anche forum, riviste e chat rooms (Fenichel et al., 2002).
Il counseling online può essere condotto con metodi asincroni come e-mail e sincroni come instant messaging, chat, video conferenza o internet phone (Kanani & Regehr, 2003). Stanno emergendo anche forme nuove come la Virutal Reality Therapy (Luo, 2007) e la in line video game therapy (Wilkinson, Ang, & Goh, 2008). Il counseling on line può costituire o la modalità primaria di trattamento  o può accompagnare altre forme più tradizionali (Wells, Mitchell, Finkelhor, & Becker-Blease 2007).
Santhiveeran (2004) data l’utilizzo del computer nella psicoterapia nel 1972 con l’avvento dei bollettini di bordo e i gruppi di supporto online.  Il primo servizio organizzato online per l’offerta di aiuto psicologico fu “chiedi allo zio Esdra” un servizio gratuito offerto agli studenti dalla Cornell University di Ithaca, nello stato di New York, servizio ancora attivo.
Il primo servizio di salute mentale via internet fu costituito da Sommers nel 1995  (Skinner & Zack,2004); sempre nel 1995 Needham è stato il primo professionista ad offrire un servizio di e-terapia via chat .
A partire dagli ultimi anni ’90 i counselor hanno cominciato a sperimentare  il counseling on line come un estensione della loro professione  privata (Young 2005) e  sono nati centri professionali che hanno offerto ai loro membri risorse come siti web sicuri, servizi di marketing ed altri strumenti gestionali (Skinner & Zack, 2004). La nascita nel 2007 della fondazione della Società Internazionale per la Salute Mentale Online (ISMHO), un’organizzazione che promuove la comprensione, l’utilizzo e lo sviluppo della comunicazione online, l’informazione e la tecnologia per la comunità internazionale della salute mentale, ha costituito una pietra miliare per lo sviluppo dell’e-therapy (Walker 2007).
E’ difficile se non impossibile stimare la prevalenza del counseling on line e  sono già stati fatti diversi tentativi in proposito,   Ainsworth (2002) ha valutato che nel 2001 c’erano più di 300 siti di pratica privata  dove e-counselor offrivano i loro servizi e di e-clinici, nell’insieme più di 500. Nel 2006 la compagnia di terapia online www.mytherapynet.com aveva più di 1000 terapeuti registrati nel suo database (Lavallee, 2006). Una ricerca su Google del termine online counseling porta approssimativamente a 468,000 risultati mentre una ricerca del termine e-therapy a 130,000 circa.
L’ISMHO ha più di 400 membri nel mondo (2008) ed è prevedibile che i servizi di counseling on line continueranno a crescere. In un Delphi poll condotto da Norcross, Hedges e Prochaska (2002),  nel quale 62 psicoterapeuti dovevano prevedere gli sviluppi della psicoterapia nel prossimo decennio gli interventi  tecnologici incluse le mail e il videotelefono, sono stati valutati  come gli scenari futuri con più ampia possibilità di diffusione.
Uno dei vantaggi principali del counseling on line è costituito dalla sua potenzialità nel far crescere l’accesso ai servizi mentali che possono essere forniti a persone che vivono in aree geograficamente isolate (Sussman, 2004), a persone che non possono lasciare le loro abitazioni per malattie, limitazioni fisiche, difficoltà di trasporto o obblighi familiari (Maples e Han, 2008). Questa tipologia di counseling è inoltre indicata per persone che hanno una diagnosi di fobia sociale, che hanno sentimenti contraddittori rispetto al processo relazionale, per i quali sarebbe difficile cercare una terapia tradizionale per ansia o per paura di stigmatizzazione (Lange, van de Ven & Schrieken, 2003).
Altri vantaggi del counseling on line riguardano il fatto che è meno costoso del counseling tradizionale e questo gli consente di essere un servizio più accessibile dal punto di vista finanziario (Griffiths, 2001).
I servizi di  counseling on line sono convenienti anche da un punto di vista temporale perché possono essere forniti in qualunque ora del giorno, da tutti coloro che possiedono un accesso ad internet e i clienti possono ricevere il servizio comodamente all’interno  del loro ambiente di vita. Dal punto di vista del professionista ci può essere una maggiore libertà nell’organizzare il lavoro e la  flessibilità della comunicazione elettronica può anche aumentare l’accessibilità del terapeuta (Peterson & Beck, 2003).
Anche la dilazione temporale che è una caratteristica della comunicazione asincrona e che può avere degli elementi di criticità, permette sia al counselor che al cliente di avere uno spazio di riflessione, non essendoci una pressione nel rispondere rapidamente, il cliente può farlo quando si sente pronto (Suler, 2000).
Un altro vantaggio consiste nel poter registrare e conservare traccia delle sedute di counseling (Pollock, 2006), l’atto dello scrivere è inoltre di per sé terapeutico (Walker, 2007).
L’elemento dell’anonimato può diminuire lo stigma associato al cercare aiuto per problemi mentali, certe tipologie di persone possono sentirsi meno vulnerabili se non viste e se non  ricevono un feedback non verbale immediato (Bailey, Yager, & Jenson, 2002), l’anonimato favorisce l’espressione di pensieri e sentimenti in persone timide o spaventate e anche in coloro che temono il giudizio (Fenichel et al 2002).
Murdoch and Connor-Greene (2000) evidenziano alcuni vantaggi presenti nell’utilizzo dell’e-mail come ausilio ai percorsi di tipo cognitivo comportamentale:

  • Integra l’attenzione del paziente agli obiettivi,le strategie e i progressi  all’interno delle loro attività quotidiane
  • Fornisce opportunità per la pratica e rafforza le capacità per i pazienti che hanno pensieri negativi persistenti
  • Le e-mail possono superare le difese costituite dai pensieri negativi riguardanti l’utilità dei compiti a casa e della competenza percepita dal paziente.

Alcuni autori vedono la terapia online  come un mezzo da aggiungere ai servizi tradizionali, come sostegno in particolari fasi del processo (ad esempio nel follow up) o come un’aggiunta alla comunicazione faccia a facci durante la parte centrale o finale della psicoterapia (Castelnuovo, Gaggioli, Mantovani, & Riva, 2003).
Questa la sintesi dei Principali vantaggi dell’instant Messaging/Chat e della Videoconferenza dell’Instant Messaging/Chat secondo Suler (2000).
Instant Messaging/Chat

  • La capacità di strutturare la seduta definendo uno specifico, limitato periodo di tempo
  • Un sentimento di presenza generato dallo stare con una persona in un tempo reale
  • Le interazioni possono essere più spontanee
  • Stare con il cliente per un appuntamento specifico dimostra impegno e dedizione
  • Le pause nella conversazione come l’arrivare tardi alla seduta o non presentarsi sono      mantenuti come elementi psicologici significativi

 

Videoconferenza

  • L’esperienza della presenza del terapeuta può essere più potente  quando sono presenti   diversi indici sensoriali che possono accrescere l’impatto degli interventi terapeutici, il senso di intimità e l’impegno nei confronti del percorso
  • Può essere meno ambiguo del testo scritto, portare a meno fraintendimenti
  • Può portare maggiori benefici a coloro che si esprimono meglio parlando che scrivendo
  • Parlare è più veloce che scrivere quindi arrivano più rapidamente le informazioni

La mancanza del contatto faccia a faccia è uno dei principali svantaggi del counseling online, per alcune persone la mancanza della presenza fisica può diminuire il senso di intimità e di  impegno nella relazione di counseling.
Altro elemento di svantaggio legato al precedente è costituito dalla mancanza di segnali non verbali che oltre che limitare lo sviluppo dell’alleanza, può ad esempio rendere difficile anche una corretta diagnosi e valutazione del paziente (Gingerich, 2007). Le parole scritte possono essere formali e poco supportive ed avere una grande possibilità di essere fraintese.
Gli stessi fattori che costituiscono degli  elementi di vantaggio nell’utilizzo del counseling on line possono essere anche elementi di svantaggio, ad esempio il fattore accesso (possibile solo per le persone che hanno un collegamento internet), il fattore dilazione del tempo che è connaturato alla comunicazione asincrona, ma che può essere dovuto anche a problemi e limiti di carattere tecnologico . Il counseling on line richiede inoltre che sia il counselor sia il cliente abbiano delle competenze specifiche.
La videoconferenza richiede il possesso di strumenti  ad hoc ed una connessione internet potente e veloce, alcuni clienti possono sentirsi imbarazzati dall’artificiosità del mezzo e del collegamento con il counselor. Le difficoltà tecniche , come ad esempio un audio o in video di bassa qualità, possono far diminuire l’efficacia dell’ascolto da parte del counselor e la partecipazione del cliente. (Lewis, Coursol, & Wahl, 2003).

4.2.1.1 Panorama degli ambiti e dei risultati di ricerca
Le ricerche condotte nell’ambito del counseling online rientrano in queste quattro categorie: 1) la valutazione/percezione che ne ha il cliente; 2) percezione/esperienza del counselor; 3) l’alleanza terapeutica e 4) l’efficacia del counseling on line. Le ricerche riguardanti la valutazione dei clienti all’esperienza del counseling on line presentano dei problemi di carattere metodologico che limitano la generalizzabilità dei loro risultati. Con l’eccezione di uno studio di Tsan e Day del 2007 che aveva un campione di 176 soggetti, la quasi totalità delle ricerche è stata condotta su un campione troppo limitato di soggetti; in aggiunta a questa carenza la maggior parte degli  studi è stata condotta su campioni di comodo (tranne uno studio di Liebert, Archer, Munson and York del2006), e in diversi studi i soggetti del campione non partecipavano al momento della ricerca ad un’esperienza di counseling online pertanto non si può concludere che i risultati riguardino chi partecipa ad un’esperienza online, ma rappresentano quelli di una popolazione che va al di là del campione studiato. Nonostante questi limiti, gli studi possono fornire utili indicazioni a patto di tenere presente la non generalizzabilità dei risultati e aiutano a identificare alcune delle ragioni per le quali  le persone possono preferire il couseling on line piuttosto che il counseling tradizionale:

  • Privacy
  • Anonimità dalla famiglia, dagli amici e dai colleghi
  • Empowerment; una relazione percepita più alla pari con il counselor
  • Ambiente emotivamente sicuro
  • Protezione dalle emozioni negative del counselor come noia e criticismo
  • Convenienza/accesso
  • Maggiore facilità nell’autosvelamento; minore disagio e intimidazione che nel counseling tradizionale
  • Disinibizione/libertà nell’esprimere se stessi senza imbarazzo o timore del giudizio
  • Capacità di essere completamente onesti e aperti

Gli studi hanno anche evidenziato i potenziali svantaggi del counseling online, visti sia dalla prospettiva di chi ha fruito di questa esperienza sia dalla percezione di chi non l’ha ancora sperimentata:

  • Gap tra le mail inviate dal cliente e le risposte del terapeuta
  • Sentimento di non essere considerato
  • Difficoltà ad esprimere le emozioni attraverso il testo scritto
  • Mancanza di legame emotivo
  • Mancanza di privacy
  • Mancanza di sicurezza
  • Preoccupazione di essere intercettato o scoperto dal coniuge o dai colleghi
  • Difficoltà con la tecnologia
  • Senso di solitudine dal non aver segnali non verbali o il calore presente nella relazione faccia a faccia.

Da ultimo i risultati dimostrano che il counseling online non può essere indicato per tutti i soggetti e che molti semplicemente preferiscono il counseling tradizionale. Anche  le ricerche effettuate per valutare la percezione-esperienza del counselor presentano dei deficit metodologici che non permettono di generalizzarne i risultati, anche in questo caso comunque forniscono indicazioni utili rispetto ai vantaggi e alle perplessità percepite da counselor professionisti o in formazione rispetto al counseling online:
Vantaggi:

  • Sicurezza emotiva per il cliente
  • Rende il cliente meno ansioso rispetto al ricevere aiuto, facilita la discussione  dei problemi  e ad essere più assertivi con il proprio counselor
  • Può costituire un buon strumento aggiuntivo al counseling tradizionale
  • Può raccogliere i bisogni dei clienti che si trovano in aree rurali e i pazienti con disabilità che non possono partecipare a sedute faccia a faccia

Criticità/perplessità:

  • Riduce la vicinanza  emotiva e l’assenza di indici non verbali rende difficile per il counselor valutare con precisione le condizioni dei propri clienti
  • Difficile stabilire un’alleanza
  • Problemi di comunicazione
  • Confidenzialità
  • Maggiore possibilità di mentire o omettere informazioni
  • Il cliente può fornire informazioni errate
  • Necessità di un’appropriata formazione e esperienza
  • Bisogno di conoscere gli aspetti legali
  • Necessità di lavorare con un insieme di linee guida etiche.

Come Wangberg, Gammon and Spitznogle (2007) hanno sottolineato, gli studi sugli atteggiamenti dei counselor hanno dimostrato che come per ogni altra forma di counseling, è improbabile che si verifichi un consenso sui vantaggi e sui limiti.
I limiti nella metodologia della ricerca sono presenti anche negli studi sull’alleanza che non possono essere quindi generalizzati e forniscono risultati contraddittori. Inoltre gli strumenti utilizzati per misurare l’alleanza non sono stati costruiti  specificatamente per il counseling online e quindi possono essere meno validi per identificare l’alleanza online. (Knaevelsrud & Maercker, 2007).
Il contributo più significativo per valutare l’efficacia del counseling online è quello di Barak, Hen, Boniel-Nissim e Shapira (2008) che hanno condotto una meta analisi di tutti gli articoli scientifici pubblicati fino al marzo 2006 (n°64) che hanno esaminato la sua efficacia ed hanno realizzato una meta analisi di tutti gli studi riportati in tali articoli (n°92).
Questi i principali risultati:

  • non sono state rilevate differenze significative tra la il counseling tradizionale e la modalità online rispetto all’efficacia
  • Sono stati individuati una serie di fattori che hanno un effetto sull’efficacia tra cui i seguenti:
  • Tipo di problemi – gli interventi basati su internet sono più efficaci per difficoltà che hanno una base psicologica piuttosto che somatica o fisiologica
  • Approccio – il  cognitivo comportamentale è risultata più efficace di ogni altro approccio
  • Tipo di intervento- gli interventi di self help risultato efficaci tanto quanto gli interventi di comunicazione terapeutica.
  • Sincronicità della comunicazionenon è stata rilevata una differenza significativa tra gli interventi basati sulla comunicazione sincrona e quelli basati sulla comunicazione asincrona
  • Tipologia di modalità-la chat e l’email possono essere più efficaci del forum e della webcam
  • Età dei pazienti-l’età dei clienti gioca un ruolo importante nel fare la differenza rispetto alla loro capacità di trarre dei vantaggi dall’e-therapy. Nello specifico la fasci di età 19-39 sembra essere quella più favorita.
  • Sono stati pubblicati pochi risultati di ricerca sulle modalità di servizio via internet che possono essere utilizzate in combinazione con la terapia tradizionale, comunque gli autori evidenziano risultati promettenti.

Questa ricerca presenta dei limiti di carattere metodologico che gli stessi autori hanno evidenziato , ad esempio la qualità delle ricerche non è stata un criterio di selezione per cui sono stati esaminati con le stesse modalità sia studi forti dal punto di vista metodologico sia studi deboli  e questo può aver portato ad un errore nella varianza dei risultati. Altro aspetto molto significativo per quanto ci riguarda  sui 27 studi che valutavano l’efficacia dell’e-therapy, 18 di questi hanno utilizzato  un intervento di gruppo (forum o chat room), solo 9 interventi di tipo individuale, un numero troppo piccolo per tracciare conclusioni definitive .
Nonostante questi limiti , questa meta analisi illustra il potenziale degli interventi basati su internet, in particolar modo degli interventi di self help che sono stati anche quelli di cui maggiormente si è misurata l’efficacia.
Questi i principali risultati:

  • Gli interventi di self help tramite internet che prevedono un sostegno via mail e il feedback del terapeuta possono essere più efficaci nel trattare il disturbo post traumatico  da stress, le crisi di angoscia e il disturbo da attacchi di panico
  • Sedute singole di counseling che utilizzano lo scambio di testo in tempo reale possono essere efficaci nel ridurre lo stress tra i giovani e l’ansia negli studenti
  • La terapia cognitiva comportamentale tramite chat può essere efficace nel migliorare l’ansia legata agli studi degli  studenti
  • La terapia via mail è efficace nel trattare donne giovani con disturbi dell ’alimentazione
  • Internet e le mail sembrano essere un buon mezzo per veicolare programmi comportamentali strutturati per la perdita di peso
  • La terapia cognitivo comportamentale tramite videoconferenza può essere un trattamento potenziale per  bambini con diagnosi di depressione e disturbo da attacco di panico con agorafobia
  • L’utilizzo delle mail insieme al counseling tradizionale  può avere risultati di efficacia clinica ne caso dei disturbi alimentari, depressione e disturbo post traumatico da stress.

Sarà necessario effettuare nel futuro ricerche sull’efficacia del counseling online che si dovranno focalizzare soprattutto sul misurare la sua efficacia, sul tipo di problemi che risultano più adatti ad essere affrontati con questo strumento (Lewis, Coursol & Wahl, 2003),  su quali sono tra tutti i possibili i migliori candidati al counseling online, (Rochlen, Beretvas, & Zack, 2004) e che tipo di status economico,  etnia, cultura, provenienza geografica, età e sesso  favoriscono l’acceso e la propensione a questa forma di aiuto psicologico.  Nello stesso tempo sarà utile illustrare l’uso potenziale del counseling online sia in alternanza sia insieme al counseling faccia a faccia (Griffiths, 2005)

4.2.2 Le competenze del professionista e le questioni etiche
Per quanto riguarda le principali questioni etiche specifiche del counseling on line, la maggioranza degli autori sottolinea come importanti l’aspetto della confidenzialità, della gestione dei confini, della competenze specifiche del professionista, del dovere di protezione del cliente, del consenso informato, delle credenziali del professionista. L’aspetto della confidenzialità è importante almeno a due livelli:  durante il rapporto online e al termine della relazione counselor cliente ; le mail ad esempio potrebbero essere lette da persone diverse come pure le registrazioni delle sedute (Mallen, Vogel & Rochlen, 2005). L’aspetto della gestione dei confini è altrettanto delicato, il cliente  può ad esempio  interpretare nel rapporto via mail che il counselor sia sempre disponibile, utilizzare toni ed espressioni che sono più pertinenti ad una relazione di amicizia piuttosto che di una relazione professionale, alcuni clienti possono sentiri autorizzati a  continuare a scrivere o contattare il counselor anche dopo che il lavoro di counseling è terminato (Bailey, Yager, & Jenson, 2002). Le norme etiche stabiliscono  che per fornire questo tipo particolare di servizio il counselor debba essere competente della pratica che ha scelto e che abbia una formazione sufficiente per potersi definire esperto (Kanani & Regehr, 2003). Il professionista ha il dovere etico di allertare o proteggere il cliente che può rappresentare un pericolo per  sé o per gi altri, (Mallen, Vogel & Rochlen, 2005). Nel counseling on line può essere difficile gestire l’aspetto della valutazione del pericolo e dell’intervento se ci sono situazioni di emergenza. In primo luogo la comunicazione via internet non sempre permette  al counselor di valutare la violenza potenziale di un cliente, in secondo luogo anche la verifica dell’identità può essere difficile (Ragusea & VandenCreek, 2003) anche perché è più facile mentire riguardo alla propria situazione, età e identità. Questo aspetto riguarda anche la possibilità da parte del cliente di accedere alle informazioni sulle credenziali del professionista, come pure  la valutazione del tipo di counseling online offerto e sulle competenze del professionista a quale si rivolge. In una situazione dove non esiste una relazione pregressa tra il counselor ed il cliente il counselor può non essere in grado di determinare con certezza se il cliente possieda le capacità per esprimere un consenso informato, allo stesso modo, data a prevalenza dei giovani che utilizzano internet, i servizi online possono essere richiesti anche senza il consenso del genitore (Shaw e Shaw, 2006). Il dovere di richiedere il consenso informato richiede anche che il cliente comprenda i potenziali rischi e i potenziali benefici dell’intervento proposto, questo può essere complicato dal momento che allo stato attuale i vantaggi di questa forma di aiuto sono ancora da esplorare e verificare . Per quanto riguarda la situazione italiana esistono le Linee guida per le prestazioni psicologiche via Internet presentate dall’Ordine Nazionale degli Psicologi, ed è proprio nei giorni in cui scriviamo questo contributo che gli iscritti sono chiamati a valutare le modifiche del relativo articolo che prevede un’equiparazione per quanto riguarda gli aspetti deontologici tra la prestazione tradizionale dello psicologo e quella online. (vedi appendice).
4.2.3 Riflessioni  conclusive
Non ci sono dubbi rispetto al fatto che nel futuro assisteremo allo sviluppo del counseling psicologico via web e che tale sviluppo comporterà delle nuove modalità nella pratica. Sia i clienti di questa tipologia di counseling sia i professionisti andranno  educati e formati  circa le peculiarità di questo tipo di servizio. Il ruolo di una formazione specifica e di una continua attenta supervisione della propria pratica professionale diventa estremamente importante, in particolare rispetto alla supervisione ci sembra utile condividere le seguenti indicazioni:

  • Il supervisore dovrebbe incoraggiare il supervisionato a fare esperienza nelle diverse modalità del counseling online
  • Il supervisore dovrebbe continuare a sottolineare l’importanza  gli standard del counseling faccia a faccia
  • Dovrebbe educare il supervisionato sulle specificità etiche e legali che sono proprie del counseling online
  • Il supervisionato dovrebbe essere preparato  a discutere  delle problematiche del suo cliente e dei suoi aspetti transferali e dei suoi vissuti
  • Il supervisionato dovrebbe conservare le registrazioni delle sue sedute on line  per poterle condividere con il suo supervisore
  • Il supervisore dovrebbe anche avere accesso alle trascrizioni complete delle sedute svolte per scritto, che possono essere utilizzate per identificare le fasi e i processi critici della seduta e per poter dare delle indicazioni sul tipo di intervento del counselor
  • Il supervisore dovrebbe essere particolarmente attento alla diagnosi del cliente per orientare il lavoro del counselor
  • I counselor dovrebbero monitorare il processo seduta per seduta ed essere consapevoli che tale monitoraggio, per le caratteristiche specifiche di questo intervento  è ancora più importante che nelle sedute tradizionali . (Mallen , 2005; Locatelli M., 2013).

 

Linee guida per le prestazioni psicologiche via Internet presentate dall’Ordine Nazionale degli Psicologi Tratto dal sito dell'Ordine Nazionale degli Psicologi

  • Principi Generali
  • 1. I principi etici e le regole di deontologia professionale dello psicologo si applicano anche nei casi in cui le prestazioni, o parti di esse, vengono effettuate a distanza, via Internet o con qualunque altro mezzo. L’utilizzo di tali mediazioni per la pratica professionale richiede particolare attenzione e cautela da parte dello psicologo, soprattutto laddove esse sono non usuali, innovative o sperimentali e comunque in carenza di conoscenze sulle implicazioni secondarie del loro utilizzo sia sul piano della teoria e della tecnica professionale, che sul piano relazionale.
  • 2. La conoscenza del Codice Deontologico è indispensabile per una attenta riflessione sullo sviluppo dell’intervento professionale dello psicologo, soprattutto nei casi di utilizzo di mezzi di comunicazione nuovi per tale ambito e nei casi di limitata esperienza professionale.
  • 3. Ogni nuovo o innovativo mezzo di comunicazione utilizzato nell’esercizio della professione di psicologo necessita dell’identificazione del profilo delle sue specifiche caratteristiche e quindi delle sfide professionali che pone sul piano dell’appropriatezza epistemologica, teorica, tecnica e deontologica.
  • 4. Al momento attuale, in base alla deliberazione n. 19 del 23 marzo 2002 del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi Italiani, le pratiche di attività psicodiagnostica e psicoterapeutica effettuate via Internet potrebbero risultare non conformi ai principi espressi negli artt. 6, 7 e 11 del vigente Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, ed in tal caso sarebbero sanzionabili.
  • Nelle linee guida presentate dall’ordine nazionale degli psicologi vengono trattati problematiche rilevanti per un possibile uso di internet nell’effettuare counseling. In particolare sono affrontati temi come l’identità dello psicologo, l’identità dell’utente, la riservatezza e la garanzia del servizio offerto.
  • L’identità dello psicologo deve risultare chiara e facilmente identificabile. Gli psicologi che offrono tale prestazione su internet devono risultare appartenenti all’albo professionale ed inoltre essi devono comunicare all’ordine l’indirizzo del sito dal quale esercitano tale servizio. Per quanto riguarda, invece, l’identità dell’utente esista la possibilità di mantenere l’anonimato qualora il terapeuta giudichi opportuno effettuare il servizio in tali condizioni. Esistono prestazioni che sono compatibili con l’anonimato dell’utente e altre che non lo sono, da valutare individualmente. La garanzia dell’anonimato deve comportare l’adozione di precauzioni supplementari da parte dello psicologo, in relazione anche alla possibilità che gli utilizzatori possano necessitare di specifiche tutele come nel caso di minori. Per i minori va prestata particolare attenzione all’autenticità del consenso da parte di coloro che esercitano la potestà genitoriale.
  • Un altro aspetto importante indicato nelle linee guida è quello che riguarda la sicurezza della transazione tra terapeuta e cliente. Gli psicologi devono garantire la riservatezza della transazione, compresa l’operazione finanziaria. Gli utenti vanno informati, inoltre, sui limiti della riservatezza e sulla possibilità della conservazione dei dati.
  • Gli psicologi che offrono prestazioni a distanza devono tenere conto che il servizio è utilizzabile anche al di fuori dei confini nazionali e che gli utenti possono offrire disomogeneità di carattere culturale, etnico, religioso e anche normativo. Le prestazioni professionali a distanza rivolte a minori o a clienti soggetti a tutela necessitano di particolare attenzione e maggiori misure di sicurezza.
  • Infine è opportuno ricordare che ciascun ordine territoriale deve tenere un registro aggiornato sui siti che offrono counseling on line. Tale servizio territoriale è tenuto ad istituire un gruppo di studio allo scopo di monitorare le prestazione offerte su internet. Questi gruppi di studio sono di estrema importanza soprattutto tenendo conto della novità del servizio su internet e della mancanza di ricerche consolidate che garantiscano la sicurezza di tale servizio.

Bibliografia
Abbott, J., Klein, B., & Ciechomski, L. (2008). Best practices in online therapy. Journal of Technology in Human Services, 26(2/4), 360–375.

Ainsworth, M. (2002). E-therapy: History and survey. Retrieved July 7, 2008, from
http://www.metanoia.org/imhs/history.htm

Alleman, J.R. (2002). Online counseling: The Internet and mental health treatment.
Psychotherapy: Theory, Research, Practice, Training, 39(2), 199-209.

Bailey, R., Yager, J., & Jenson, J. (2002). The psychiatrist as clinical computerologist in the treatment of adolescents: Old barks in new bytes. American Journal of Psychiatry, 159, 1298-1304.

Barak, A., Hen, L., Boniel-Nissim, M., & Shapira, N. (2008). A comprehensive review
and a meta-analysis of the effectiveness of internet-based psychotherapeutic
interventions. Journal of Technology in Human Services, 26(2/4), 110-160.

Cantelmi T., Putti S., Talli M. (2001), @psychotherapy, risultati preliminari di una ricerca sperimentale italiana, Ed. Universitarie Romane, Roma.

Castelnuovo, G., Gaggioli, A., Mantovani, F., & Riva, G. (2003). From psychotherapy to e-therapy: The integration of traditional techniques and new communication tools in
clinical settings. CyberPsychology & Behavior, 6(4), 375-382

Cook, J., & Doyle, C. (2002). Working alliance in online therapy as compared to face-to-face therapy: Preliminary results. Cyberpsychology and Behavior, 5(2), 95–105.

Fenichel, M., Suler, J., Barak, A., Zelvin, E., Jones, G., Munro, K., et al. (2002). Myths andrealities of online clinical work. CyberPsychology & Behavior, 5(5), 481-497.

Finn J., Barak A. (2010), A descriptive study of e-counsellor attitudes, ethics and practice, Counseling and Psychotherapy Research, December 2010; 10(4), 268-277.

Gingerich, W.J. (2007). E-therapy. Retrieved September 7, 2008, from http://www.gingerich.net/etherapy.htm

Giusti E., Locatelli M. (2007), L’empatia integrata, Sovera, Roma
Griffiths, M. (2001). Online therapy: A cause for concern? The Psychologist: Bulletin of the British Psychological Society, 14, 244-248

Kanani, K., & Regehr, C. (2003). Clinical, ethical, and legal issues in e-therapy. Families in Society, 84(2), 155-162.
Knaevelsrud, C., & Maercker, A. (2007). Internet-based treatment for PTSD reduces
distress and facilitates the development of a strong therapeutic alliance: A
randomized controlled clinical trial. BMC Psychiatry, 7(13). Retrieved October 29,
2008, from http://www.biomedcentral.com/1471-244X/7/13

Labardee L. Online Counseling Crosses the Chasm, EAP Digest, Summer (2009), 12-20.

Lange, A., van de Ven, J-P., & Schrieken, B. (2003). Interapy: Treatment of posttraumatic stress via the Internet. Cognitive Behaviour Therapy, 32(3), 110-124.

Lavallee, A. (2006). Chat Therapy: Patients Seek Help Via Instant Messaging.
Retrieved November , 2008 , from:
https://www.mytherapynet.com/public/PR/wsj.asp?referral=PRMAIN

Lewis, J., Coursol, D., & Wahl, K. (2003). Researching the cybercounselling process: A study of the client and counselor experience. Retrieved September 3, 2008, from http://eric.ed.gov/ERICDocs/data/ericdocs2sql/content_storage_01/0000019b/80
/1b/70/74.pdf.

Liebert, T., Archer, J. Jr., Munson, J., & York, G. (2006). An exploratory study of client
perceptions of Internet counseling and the therapeutic alliance. Journal of Mental
Health Counseling, 28(1), 69-83.

 

Locatelli M. (2013), Panorama e proposte di utilizzo degli strumenti di feedback nella relazione terapeutica a distanza, Integrazione nelle psicoterapie e nel counseling , p.65-80.

Luo, J.S. (2007). Virtual reality therapy: On your desktop today. Primary Psychiatry,
14(4), 20-22.

Manhal-Baugus (2001). E-therapy: Practical, ethical, and legal issues. CyberPsychology &Behavior, 4(5), 551-563.

Mallen, M.J., & Vogel, D.L. (2005). Introduction to the major contribution: Counseling
psychology and online counseling. The Counseling Psychologist, 33(6), 761-775.

Mallen M.J., Vogel D.L., Rochlen A.B., Day S.X., Online Counseling: Reviewing the literature from a Counseling Psychology Framework, The Counseling Psychologist,Vol.33 No.6 November 2005, 819-871.

Mallen M.J., Vogel D.L., Rochlen A.B., The Practical Aspects of Online Counseling: Ethics, Training, Technology, and Competency, The Counseling Psychologist, Vol.33 No 6 November 2005 , 776-818.

Maples, M.F., & Han, S. (2008). Cybercounseling in the United States and South Korea:Implications for counseling college students of the millennial generation and the
networked generation. Journal of Counseling & Development, 86, 178-183.

Muran J.C., Barber J.P. (2012), L’alleanza terapeutica, Sovera, Roma.

Murdoch, J.W., & Connor-Greene, P.A. (2000). Enhancing therapeutic impact and
therapeutic alliance through electronic mail homework assignments. Journal of
Psychotherapy Practice and Research, 9, 232-237.

Norcross J.C. (2012a), Quando la relazione terapeutica funziona. Ricerche scientifiche a prova di evidenza, Vol. 1, Sovera, Roma.

Norcross J.C. (2012b), Quando la relazione terapeutica funziona. Efficacia ed efficienza dei trattamenti personalizzati, Vol. 2, Sovera, Roma.

Norcross, J.C., Hedges, M., & Prochaska, J.O. (2002). The face of 2010: A delphi poll on the future of psychotherapy. Professional Psychology: Research and Practice, 33(3),
316-322.

Peterson, M.R. & Beck, R.L. (2003). E-mail as an adjunctive tool in psychotherapy:
Response and responsibility. American Journal of Psychotherapy, 57(2), 167-181.

Pollock, S.L. (2006). Internet counseling and its feasibility for marriage and family
counseling. The Family Journal: Counseling and Therapy for Couples and Families, 14(1),65-70.

Postel, M, de Haan, H., & De Jong, C. (2008). E-therapy for mental health problems: A systematic review. Telemedicine and e-health, 14(7), 707–714.

Ragusea, A.S., & VandeCreek, L. (2003). Suggestions for the ethical practice of online
psychotherapy. Psychotherapy: Theory, Research, Practice, Training. 40(1/2). 94-102.

Rees C. S., Stone S. Therapeutic Alliance in Face-to-Face Versus Videoconferenced Psychotherapy, Professional Psychology: Research and Practice 2005, Vol. 36, No. 6, 649–653.

Rochlen A.B., Zack J.S. Speyer C., Online Therapy: Review of Relevant Definitions,Debates, and Current Empirical Support, Journal of clinical psychology, Vol. 60(3), 269–283 (2004).

Rochlen, A.B., Bertvas, N., & Zack, J.S. (2004). The online and face-to-face counseling
attitudes scales: A validation study. Measurement and Evaluation in Counseling and
Development, 37, 95-111.

Rochlen, A.B., Zack, J.S., & Speyer, C. (2004). Online therapy: Review of relevant
definitions, debates and current empirical support. Journal of Clinical Psychology,
60(3), 269-283.

Santhiveeran, J. (2004). E-therapy: Scope, concerns, ethical standards and feasibility. Journal of Family Social Work, 8(3), 37–54.

Shaw, H.E., & Shaw, S.F. (2006). Critical ethical issues in online counseling: Assessing
current practices with an ethical intent checklist. Journal of Counseling and
Development, 84, 41-53.

Skinner, A., & Zack, J.S. (2004). Counseling and the Internet. American Behavioral
Scientist, 48(4), 434-446.

Suler J. (2001), Assessing a person’s suitability for online therapy: the ISMHO clinical case study group, CyberPsychology & Behavior, 4, 6, 675-679

Suler, J. (2000). Psychotherapy in cyberspace: A 5-dimensional model of online and
computer-mediated psychotherapy. CyberPsychology & Behavior, 3(2), 151-159.

Sussman, R.J. (2004). Counseling over the Internet: Benefits and challenges in the use of new technologies. In G.R. Waltz & C. Kirkman (Eds.), Cyberbytes: Highlighting
compelling uses of technology in counseling (pp.17-20). Retrieved August 8, 2008, from http://eric.ed.gov/ERICDocs/data/ericdocs2sql/content_storage_01/0000019b/80
/1b/31/f5.pdf

Tate, Jackvony & Wing (2003). Effects of internet behavioral counseling on weight loss
in adults at risk for type 2 diabetes: A randomized trial. Journal of the American
Medical Association, 289(14), 1833-1836.

Tsan, J.Y., & Day, S.X. (2007). Personality and gender as predictors of online counseling use. Journal of Technology in Human Services, 25(3), 39-55.

Ybarra, M., & Eaton, W. (2005). Internet-based mental health interventions. Mental Health Services Research, 7(2), 75–86.

Young, K.S. (2005). An empirical examination of client attitudes towards online
counseling. CyberPsychology & Behavior, 8(2), 172-177.

Walker, M. (2007). Mental health treatment online. Retrieved October 10, 2008, from
http://digitalinclusion.pbwiki.com/f/Mental+Health+Treatment+Online+elec+231
107.pdf

Wangberg, S.C., Gammon, D., & Spitznogle, K. (2007). In the eyes of the beholder:
Exploring psychologists’ attitudes towards and use of e-therapy in Norway.
CyberPsychology & Behavior, 10(3), 418-423.

 

Wells, M., Mitchell, K.J., Finkelhor, D., & Becker-Blease, K.A. (2007). Online mental health treatment: Concerns and considerations. CyberPsychology & Behavior, 10(3), 453-459.

Wilkinson, N., Ang, R.P., & Goh, D.H. (2008). Online video game therapy for mental

health concerns: A review. International journal of social psychiatry, 54, 370-382.

Info e contatti

Scrivimi qui

Via Marradi 149 - 57125 Livorno (LI)

Tel: 0586.370127

Cell: 339.8644736